Menu di natale tradizionale, le ricette intramontabili

C'era una volta, in un tempo non molto lontano, un luogo del cuore in cui le case non erano riscaldate.
Ero piccola, ma ricordo nitidamente i banchetti della domenica e lo speciale menù di Natale tradizionale.

La mia famiglia, fiorentina da generazioni sia da parte di mamma che di babbo, preparava buonissime ricette di Natale tradizionali, che si sviluppavano nelle portate descritte - in parte - nel menù artusiano.

Ricordo gli immancabili Crostini di milza con il pane "Frusta" arrostito sulla fiamma oppure bagnato nel brodo caldo, pensati per i bisnonni che, vecchietti, masticavano con difficoltà.

Poi arrivava il momento del Brodo di Cappone con i Tortellini, preparati in casa della mamma e da tutta la famiglia durante la notte della vigilia. Sono figlia di artigiani e ricordo i miei cari lavorare fino a sera inoltrata prima del fatidico giorno di festa.

La terza portata era riservata al Cappone e al "Lesso", vari pezzi di manzo bolliti con il "Savore", salsa agra a base di pane, limone e aglio, ottima per accompagnare le carni bollite. A volte c'era anche la salsa Verde. Che bontà!

Seguiva la Galantina con la sua Gelatina, piatto elegante con le varie forme di gelatina, raffreddate fuori perchè nel piccolo frigo di casa certo non entravano! Di norma - non avendo nè terrazzi nè giardino -  veniva sistemate tra la persiana e la finestra, sul davanzale, accompagnata dalla speranza di una temperatura sufficientemente (bassa?) per farla rapprendere.

Non era finita qui! Arrivavano gli umidi che, nel nostro caso, prevedevano la doverosa la presenza dello Stracotto. Questa era la classica ricetta tradizionale del pranzo di natale con base di soffritto, vino, pomodoro e pezzo di manzo, normalmente (era) Lucertolo, per la sua caratteristica consistenza che manteneva anche dopo 3-4 ore di cottura. Questo piatto, nelle tradizioni della casa del babbo, prendeva una veste più importante e festiva diventando Dolce e Forte, che non è soltanto di cinghiale o di lepre, come molti pensano! L'aggiunta di zucchero, aceto, pinoli, canditi di popone, uvetta e cioccolato, rendevano lo stracotto elegante, soave e vellutato (Non sempre apprezzato da tutti i palati!). In casa mia, ad esempio, c'erano quelli che lo amavano, me inclusa, e quelli che lo odiavano. Due vassoi, quindi, imperavano sulla tavola: uno di stracotto e uno di dolce e forte.
 
E poi veloci a mangiare la salsa di cioccolato che la mia bisnonna preparava! Io ero piccola e lenta a mangiarla, anzi lo sono ancora! Dovevo tagliare pian piano la mia salsa che nel frattempo si era "rassegata" nel piatto freddo, nella casa fredda...
 
Ma il calore di quei giorni di Natale è indimenticabile, non c’erano tanti pacchi da scartare, o regali da condividere, ma il cibo era davvero prezioso, preparato con cura e con amore da tutta la famiglia. Era speciale il momento dei preparativi e altrettanto meraviglioso il momento in cui potevamo mangiare tutto quelle leccornie!

Che bei ricordi quelli del pranzo di natale tradizionale in famiglia.

Buone feste a tutti!

 

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