Gelato tra mito e leggenda
A Firenze se si parla di donne e di cucina il primo nome che salta alla mente è sicuramente quello di Caterina de Medici, donna forte e carismatica che ha avuto un ruolo decisivo per le sorti della cucina non solo italiana ma anche francese, portando con sé in Francia numerose prelibatezze fiorentine.
Si parla già nel 500 a. C. di come i cinesi avessero scoperto come conservare il ghiaccio dell’inverno per poterlo riutilizzare durante il periodo estivo, e già fra i Babilonesi, gli Arabi e i Romani, era un’abitudine il refrigerare alcune sostanze dolci, come i succhi ottenuti spremendo la frutta. Proprio i Faraoni erano soliti deliziare i propri ospiti con un calice d’argento diviso a metà, uno contenente neve e l’altra succhi di frutta, e poeti greci raccontano dell’usanza di preparare bevande rinfrescanti con limone, miele, succo di melagrana, e naturalmente neve o ghiaccio!
Si dice che se nel periodo del Medioevo questa piacevole usanza sparisce, sono gli Arabi che restituirono all’Italia questa speciale ricetta. La leggenda vuole che questa ricetta chiamata “sorbetto” dalla voce araba “sherbet” (dolce neve) o dal turco “sharber” (sorbire) arriva con gli arabi in Sicilia; ancora la leggenda vuole che i ‘maestri gelatai’ appresero dai mussulmani le tecniche di preparazione di questo ‘gelato’ raffinato e leggero a base di succhi di frutta e zucchero.
Si dice che nel Rinascimento appaia il gelato come lo conosciamo oggi e proprio grazie alla nostra Caterina De Medici. Non ci sono però documenti originali che attestano questa notizia. Fa parte di queste storie belle ma ancora da verificare che durante un concorso gastronomico indetto alla corte dei Medici il cui tema era tema “il piatto più singolare che si fosse mai visto”; un tale Ruggeri, di professione pollivendolo, decise di proporre un ‘dolcetto gelato’.
Il suo gelato avrebbe conquistato la difficile giuria battendo cuochi professionisti e la sua ricetta riscosse grande successo in tutta la regione. Caterina de’ Medici, promessa sposa di Enrico, duca d’Orleans e futuro re di Francia, prima di andare a Marsiglia per la celebrazione delle nozze scelse di portare con sé Ruggeri, considerato l’unico in grado di superare con la sua maestria i famosi pasticceri francesi. A qualcuno può venire in mente che la quattordicenne Caterina, sposa per procura in uno dei momenti più difficili della storia di Firenze dove aveva anche rischiato la vita, a tutto poteva pensare meno che al pasticcere...però questo si racconta o forse ci fa piacere sapere. E' bello credere che Caterina volesse dimostrare ai francesi la superiorità dei suoi conterranei nell’arte gastronomica, era il 1533 e Ruggeri conquistò, durante il banchetto di nozze, i ricchi ed esigenti palati francesi con la sua ricetta a base di semplice acqua zuccherata e profumata: il gelato!
Ci sarà sicuramente un fondo di verità...
Ruggeri infatti divenne in Francia una vera e propria celebrità, conteso dalle più ricche famiglie che lo volevano al proprio servizio, ma fu anche oggetto di invidia facendosi odiare dai cuochi e pasticceri francesi. Si dice che venne addirittura aggredito e picchiato, ed il povero Ruggeri preferì tornare a Firenze, alla sua semplice vita di pollivendolo.
Ma inviò tramite una lettera indirizzata proprio a Caterina de Medici, la preziosa ricetta del gelato, e si congedando da lei scrivendo: “Con il Vostro permesso ritorno ai miei polli sperando che la gente mi lasci finalmente in pace e, dimenticandosi di me, si accontenti soltanto di gustare il mio gelato”. E così pare che Caterina abbia ereditato la preziosa ricetta.